VISITE IN GRAVIDANZA

Con l'anamnesi il medico ricerca l'eventuale esistenza a livello familiare di patologie a trasmissione ereditaria o che comunque possano comportare un maggior rischio nella gravidanza (ad esempio la presenza nei genitori di diabete o ipertensione arteriosa). In seguito il medico raccoglie dalla donna informazioni sulle caratteristiche dei cicli mestruali, su eventuali gravidanze precedenti (decorso, eventuali complicanze e modalità del parto), su eventuali pregressi interventi chirurgici (soprattutto se ginecologici), e infine su patologie precedenti o attuali.
La visita ginecologica prevede l’ispezione dei genitali esterni e la palpazione di quelli interni, per valutarne forma, consistenza, volume, o punti dolenti.
La visita comprende anche l'esame con lo speculum (effettuato dopo aver introdotto in vagina un divaricatore), utile per valutare il collo dell’utero e le pareti interne della vagina, nonché l'eventuale presenza di secrezioni a livello genitale, indicative di una probabile infezione.
Lo specialista può fare il punto sulle caratteristiche degli organi dell’apparato riproduttivo, tranne che per le tube, che non risultano palpabili. Si rende inoltre conto se ci sono eventuali infiammazioni, anomale formazioni sull’utero o sulle ovaie (un fibroma, una cisti).
Il ginecologo misura anche la pressione arteriosa ed esegue il pap-test, che serve da screening dei tumori del collo dell’utero e per evidenziare eventuali infezioni (da HPV o herpes virus, per esempio). Gli eventuali problemi che vengono riscontrati possono quindi esser curati ed eliminati per tempo.
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